mercoledì 26 giugno 2013

L'essenza



LUNGO LA STRADA LA GENTE CHIUSA IN SE
STESSA VA, OFFRI PER PRIMO LA MANO A 

CHI E' VICINO A TE.

Ad un certo punto della vita, ogni uomo prende
coscienza della propria esistenza e si interroga sul
suo futuro. In gioventù tutto sembra lontano,
irraggiungibile, i giorni e i mesi passano nell'attesa
delle vacanze o di qualche avvenimento che si desidera
con trepidazione. Il mondo sembra essere lì  a portata
di mano, delle nostre mani, nelle nostre mani il nostro
futuro. Poi come per un'incantesimo sciolto, ci si sveglia
e ci si accorge di come il tempo sia improvvisamente
diventato corto, tutto risulta ridimensionato, gli anni
diventano giorni, il fiato si fa affannato, e l'ansia
comincia ad invadere i nostri animi. Si inizia a fare il conto
con quante cose ancora vorremmo fare e quante invece
il destino ce ne riserverà. L'ottimista vedrà il bicchiere
mezzo pieno e il pessimista lo troverà irrimediabilmente
vuoto.
Ma il punto non è se il destino ci riserverà poco o
molto tempo, ma la qualità di quello che ci sarà dato!
Quando si cominceranno ad apprezzare le piccole cose
come doni regalati dal cielo, come un pomeriggio
trascorso in serenità con la famiglia, o la lettura di un
libro, una cena con gli amici, o uno sguardo verso il
cielo alla ricerca dei fosfeni, ecco che quei momenti
che abbiamo avuto negli anni della nostra esuberanza
e che abbiamo archiviato come giornate piene di noia,
prive di significato, passate alla ricerca frenetica di un
divertimento o di un piacere che non arrivava, ci faranno
riflettere. In quel momento saremo pronti per vedere il
volto del Cristo, e senza ipocrisia lo scopriremo nelle
disabilità, negli anziani, nei loro visi scavati dal tempo,
in quei sorrisi pieni di tenerezza per una semplice
carezza ricevuta o per un gesto d'amore a loro rivolto.
Entreremo nel loro mondo, nelle loro paure che faremo
nostre, proveremo a vivere la disabilità che ancora non
ci appartiene ma di cui ne siamo parte in tutto e ne
saremo interpreti indiscussi e obbligati.
Allora e solo allora prenderemo coscienza di quello
di cui abbiamo veramente bisogno e che non si potrà
acquistare con il denaro o con la corruzione: l'amore
degli altri!
Amore che non si compra ma che si forma per un piacere
sottile che nasce dal cuore, invade le menti e fa volare
in alto come se i corpi non avessero peso.
Non so se riuscirò a fare la volontà di Dio, se riuscirò
a realizzare le sue aspettative, ma di una cosa sono
certo: se mi sarà donato di avere il cuore pieno d'amore,
vedrò sparire "le carrozzine, i letti con gli ammalati,
i dolori delle malattie, le disabilità e le diversità, la povertà"
perchè esisterà solamente la Gioia.

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