Sapevo di non avere tempo, e per questo il primo giorno
ho deciso di ritornare a trovarti.
Le previsioni davano una giornata ricca di sole, e così
ho fatto di tutto per organizzare il percorso.
Sveglia ore 7,00 e colazione alle 7,30.
Ore 8,30 pronti alla partenza, con panini al seguito.
Prendiamo la strada per il Passo Rolle, e come spesso
mi succede sbaglio strada. Invece di proseguire per Predazzo, arrivati
a Moena, prendiamo per il Passo San Pellegrino.
Ci accorgiamo quasi subito dell'errore,
e trovando al lavoro alcuni operai che stanno risistemando
le scoline delle acque meteoriche, chiediamo a loro, i quali pur
confermandoci l'errore ci presentano l'alternativa di proseguire
verso il Passo S.Pellegrino, salire al Passo Vallè per poi
ridiscendere e riprendere la strada per il Rolle. Percorso forse
più tortuoso e lungo, ma a loro dire più veloce.
Così facciamo, e mentre stiamo scendendo il Passo Vallè
scorgiamo con piacere la Malga Vallazza da dove ha inizio la
storia del Cristo Pensante, buon segno...!
Finalmente arriviamo al parcheggio del Passo Rolle, e ci mettiamo
in attesa del pulmino di linea che ci condurrà fino alla Baita
Segantini, da dove inizieremo il trekking del Cristo Pensante.
La giornata doveva essere bella e soleggiata, ma l'inizio non era incoraggiante.
Le Pale di San Martino erano immerse nelle nuvole, temperature intorno ai 5°
e vento gelido. Si intravedeva il nevischio che imbiancava le cime delle Pale.
Solo sul Monte Castellazzo vi era un'oasi di sereno.
Rinforzati gli indumenti, siamo partiti convinti di arrivare in cima a tutti i costi,
anche contro le avversità del tempo.
Nel primo tratto, il più facile, si percorrono dei lunghi pratoni verdi colorati
da mille fiori, che rendono lo spettacolo della natura, unico nel suo genere, e ci
consentono di capire come queste montagne siano state dichiarate patrimonio
dell'umanità.
Arriviamo al punto critico, la salita!
All'inizio non avverto difficoltà, ma dopo pochi tornanti del sentiero, il cuore
sembra impazzito, provo a contare i battiti, oltre 200 al minuto. Mi fermo e
riprendo fiato, ma le gambe mi sembrano di piombo, le spalle come se avessi su
un fardello di qualche quintale. Mi sento in difficoltà, ma la voglia di arrivare
unita alla volontà di donare questo mio sacrificio al Signore mi sostengono fino
alla cima della salita, anche se per farlo dovrò fermarmi ancora due volte.
L'anno scorso ero salito con molta più facilità, non la ricordavo così dura.
I momenti di commozione che ho vissuto davanti al Cristo Pensante restano
nel mio cuore e in quello di Lui. Come avevo promesso ero ritornato, e come
promesso se Lui lo vorrà, ritornerò. E Lui sa perchè!
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