ENSEMBLE di FLUT COLORE' e "retini di flautini
con spiedini di ottavini!"
Che la giornata non fosse delle più semplici lo avevamo capito da tempo!
La Festa dell'Uva all'Impruneta, Il Mondiale di ciclismo a Firenze, le bizze
impreviste del tempo. Tutto remava contro, ma noi impavidi come guerrieri
in carriera, a testa bassa, avevamo deciso di andare avanti nonostante tutto.
Man mano che la data si avvicinava si sentiva nell'aria la tensione, e
l'eccitazione era palpabile nei ragazzi.
Le nostre abitazioni erano un fluire di note, porte chiuse e telefonini spenti.
Parola d'ordine "non disturbare" devo esercitarmi!
Concentrati e determinati, loro i guerrieri, si sono ritrovati il pomeriggio
precedente l'evento presso la residenza privata del "comandante", allestita
per l'occasione a campo estivo.
Il gruppo composto da una ventina di unità musicali, armati di tendine, sacchi
a pelo, generi di conforto e ovviamente degli arnesi del mestiere, provenienti
da mezza Italia, dopo una ulteriore maratona non stop di prove, alla fine della
giornata, e dopo la cena cerca rifugio, conforto e tranquillità andando a
dormire. Stanchi ma felici!
Mai attese andranno così deluse dagli eventi notturni che si scateneranno con tanta
violenza.
Un forte acquazzone fa sobbalzare gli occupanti delle due tendine poste nel
giardino con vista Duomo e preoccupare chi all'interno dell'abitazione se ne stava
comodamente disteso nel proprio letto......oddio, forse comodamente disteso si, ma
con due occhi spalancati modello "emulo del Madagascar" con la carta igienica che
penzolava dalle orecchie a mò di tampone, ipnotizzato dai disturbi provocati da
chi durante tutta la notte, incurante della tranquillità altrui continuava a ripassarsi
gli spartiti e a solfeggiare con intensità.
L'ottima colazione, al risveglio o meglio all'alzata, aveva ridotto solo parzialmente
i postumi di una nottata passata ad ascoltare gli scrosci della pioggia mista alle
armonie metalliche di rumori provenienti dalle falegnamerie alpine dell'Alto Adige.
Comunque, carichi in tutti i sensi, preso gli strumenti i leggii e gli spartiti, e tutti i
carabattoli ci avviamo in macchina verso il centro con l'incognita di riuscire a
passare senza ostacoli, con il mondiale che incrociava il nostro percorso.
Come per incanto strade libere e parcheggio sul posto. Rituale magico del caffè al
bar e ...l'atmosfera idilliaca cambia improvvisamente quando all'ingresso ci fanno
passare attraverso il metaldetector, perquisite le borse e le custodie degli strumenti
salvo poi lasciarci entrare con un sorriso di circostanza.
Carabinieri, paracadutisti, poliziotti e persino forestali presidiavano il luogo,
l'impressione era di essere entrati in una base militare invece che in un posto di
culto.
Difficile è comprendere perchè si debba difendere la libertà di fede con le armi, così
come è altrettanto incomprensibile l'odio che nasce nell'anima dell'uomo contro chi
non professa il proprio credo.
Una volta all'interno la sensazione comune era quella di essere arrivati in un luogo
antico, vecchio, legato in maniera quasi morbosa al passato dal quale non voglia
staccarsi.
Grande rispetto per il dolore di chi ha subito disumane violenze, ma non eravamo
preparati! Non ce ne vogliano se ci siamo sentiti a disagio.
Voci concitate ad un certo punto hanno allertato il servizio d'ordine. La scena che
tralascio è stata violenza verbale, nei toni e nei modi, e si è conclusa con
l'allontanamento forzato di uno dei due interlocutori. Certo non consona al
momento che stavano celebrando.
Non cercando parole per commentare l'accaduto e memori del comandamento
"non giudicare"abbiamo proseguito a curiosare in giro.
Stava iniziando a piovere e il luogo allestito all'aperto per il concerto doveva
essere spostato al coperto. Ci siamo ritrovati in una sala al piano interrato
che doveva essere un auditorium, per eventi culturali di vario genere, ma
all'interno della quale era stato purtroppo anche allestito il buffet.
Eravamo circondati da odori variegati che sicuramente non aiutavano la
concentrazione, vista l'ora. Era quasi mezzogiorno quando dopo una breve
presentazione, gli allievi e i proff. hanno provato a deliziare i presenti con pezzi
di alto spessore. Pian piano però l'atmosfera è andata dissolvendosi,tra i
chiacchiericci compiaciuti di chi aveva cominciato a mangiare, l'assalto ai tavoli
delle cibarie ricordava quello delle locuste nei campi di grano nei giorni
dell'Apocalisse.
Frazi di sughi rimbalzavano tra le note degli strumenti. Per un momento mi
è ritornato alla mente la scena dell'ultimo dell'anno del film di Fantozzi.
E infatti quando verso le una l'attenzione dei presenti era ormai rivolta più al
banchetto che al concerto, un'incaricata, con molta diplomazia interrompe gli
orchestrali e ringraziando come ne conviene in simili circostanze di fatto ci liquida,
tra lo sconcerto e il disappunto di quel manipolo di genitori e amici che stoicamente
stavano ancora seguendo l'evento.
Riposti gli strumenti i musici si presentano ai tavoli per ricevere qualcosa
da mangiare.
Terribile fu il sentirsi dire che non erano invitati ma che se volevano mangiare
avrebbero dovuto pagare.
Qualcuno dei più grandi tira fuori i soldi e amen, i più piccoli invece sedendosi
con rassegnazione, e senza soldi, cercano nei propri zaini quello che i genitori
gli avevano dato come merenda.
La situazione si sblocca per la presa di posizione della prof. che riesce a farsi
dare dei buoni da distribuire ai ragazzi.
Le risposte degli organizzatori furono che avremmo dovuto concordare con loro
per un eventuale piatto di pasta o attendere la fine del banchetto,ci avrebbero
dato volentieri gli avanzi.
Mia moglie ed io non abbiamo mollato, non ci siamo fatti coinvolgere e con
disinteresse non ABBIAMO MANGIATO!
Si è sfiorato l'incidente diplomatico quando il nostro "solista divoratore ", eludendo i
sistemi di controllo intrufolandosi tra i tavoli riesce a farsi consegnare a più riprese,
panini e piatti pronti, divorati con somma soddisfazione. Lo stanno ancora cercando!
Raccattate le nostre cose e senza salutare nessuno, ci siamo avvicinati all'uscita, la
pioggia stava rallentando, abbiamo recuperato le macchine e ci siamo diretti verso
Siena, luogo del concerto del pomeriggio.
Ci lasciavamo alle spalle un'ambiente che non ci aveva accolto come speravamo
e se quello che ci attendeva ne fosse stata la fotocopia ci sarebbe stato da deviare
e tornare a casa. Ci abbiamo pensato credo un pò tutti.
Lungo la superstrada una bufera di acqua e vento ci accompagna fino a
destinazione.
Ridevamo pensando a come avremmo fatto a raggiungere a piedi sotto quella
tempesta il luogo dove eravamo diretti, armati solo di minuscoli ombrelli e di
qualche sacchetto di nylon.
Ma mai dire mai, mentre stavamo cercando i soldi per il parcheggio un raggio di
sole entra nella nostra vettura illuminandoci in viso.
Non eravamo stati abbandonati! Era smesso di piovere e a piedi con rinnovato senso
di equilibrio ci incamminiamo verso Piazza del Campo.
Lì troviamo persone che ci stavano aspettando, ci offrono da bere e da mangiare
ci fanno accomodare e ci fanno festa.
Il concerto che ne segue è un'altra rappresentazione, un'altra storia, l'atmosfera
completamente differente ci dava l'impressione di stare ascoltando pezzi nuovi per
la prima volta. Erano invece gli stessi della mattina!
Stanchi ma con rinnovato spirito abbiamo fatto ritorno alle nostre case, a buio
inoltrato.
Abbiamo affrontato il Mondiale di Ciclismo, e abbiamo trovato tutte le strade aperte.
Abbiamo affrontato le furie del tempo e siamo stati protetti come Mosè nel Mar Rosso.
Abbiamo dato tempo, passione, amore e denaro con il solo scopo di regalare un
sorriso, il nostro grazie va a chi è riuscito a comprenderlo.
Di quello che abbiamo ricevuto in cambio, serbiamo un ricordo, non portiamo rancori,
ma restiamo delusi.
Abbiamo trovato barriere mentali e architettoniche, non siamo riusciti a mettere in
primo piano il nostro essere "gluten free" e a evidenziarne i disagi.
Abbiamo avuto paura del tempo e dell'evento sportivo, e ci siamo dimenticati però che
sia il bello o il brutto tempo, e tanto più il quotidiano vengono "VISSUTI" o "SUBITI"
da coloro che portano la diversità, e che la disabilità sarà sempre in prima linea,
obbligata a combattere contro tutto quello che gli sarà avverso.
Oggi abbiamo fatto un passo indietro. Domani dovremo fare quattro ruote avanti!
A.... dimenticavo, una nota di colore:
"chi solfeggia di notte disturba anche te, digli di smettere"!




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