giovedì 4 aprile 2013

VILLAGGIO DELLA SPERANZA TANZANIA

TREDICI ANNI INSIEME

Ho ritrovato per caso, rimettendo un pò di ordine tra i
miei libri, un volume pubblicato nel 2010 in onore dei
dieci anni di attività dell'Associazione Impruneta Africa
Onlus "Amici del Villaggio della Speranza" SMS Società
Corale di Impruneta, che illustra quello che è riuscita a fare
in  un posto sperduto della Savana a circa duecentocinquanta
chilometri dalla capitale della Tanzania.
Sembra incredibile che in così poco tempo e con pochi mezzi e
risorse economiche messe a disposizione dai volontari
si sia potuto realizzare quello che è attualmente una realtà
di solidarietà, accoglienza e cura di un popolo oppresso da
uno dei mali più cruenti e subdolo del nostro secolo, l'"AIDS".
Il gran merito di questa splendida realtà va a quel manipolo di
imprunetini, che negli anni Ottanta andarono in Tanzania a
mettere in piedi l'ospedalino di Mikumi. Tra questi il nostro
caro Don Staccioli, Giovanni e Manrico Gabriele e Marcello
Cherici.
Chi vuole informazioni,contatti, o rendersi utile, può trovare
tutto quello che serve su Internet, digitando Villaggio della Speranza
Onlus.

Mi piace riproporre un'aneddoto riportato nella pubblicazione,
che riassume il miracolo di quello che sta accadendo e del come
questo sia stato possibile:


IL BAMBINO DELLE STELLE
Una tempesta terribile si abbattè sul mare.
Ondate gigantesche si infrangevano sulla spiaggia e aravano il fondo marino,
scaraventando crostacei e piccoli molluschi sulla spiaggia.
 Quando la tempesta passò la spiaggia era una distesa di migliaia e migliaia
di stelle marine, erano tante che la sabbia sembrava colorata di rosa.
Il fenomeno richiamò molta gente da tutte le parti della costa. Le stelle
marine erano quasi immobili. Stavano morendo.
Tra la gente, tenuto per mano dal papà, c'era anche un bambino che fissava
con qli occhi pieni di tristezza le piccole stelle marine.
Tutti stavano a guardare e nessuno faceva niente.
All'improvviso il bambino lasciò la mano del papà e corse sulla spiaggia.
Si chinò, raccolse le stelle del mare e correndo le riportò nell'acqua. Poi 
tornò indietro e ripetè l'operazione.
Dalla balaustra di cemento un uomo lo chiamò <ma che fai ragazzino?>
<Ributto in mare le stelle marine, altrimenti muoiono tutte sulla spiaggia>
rispose il bambino.
<Ma ce ne sono migliaia su questa spiaggia, non puoi certo salvarle tutte.
Sono troppe> gridò l'uomo.
<Tutte no ma questa si> rispose il bambino gettando in acqua un'altra stella.
L'uomo rimase un attimo in silenzio, poi si chinò e cominciò a raccogliere le
stelle e a buttarle in acqua. Un istante dopo scesero due ragazze ed erano in
quattro a buttare stelle marine nell'acqua. qualche minuto dopo erano in 
cinquanta, poi cento, duecento, migliaia di persone che buttavano stelle
marine nell'acqua.

Per cambiare il mondo serve che qualcuno, anche piccolo, abbia il coraggio
di incominciare.

1 commento:

  1. E' vero, a volte ci vorrebbe un po' piu'coraggio ma sopratutto ci vorrebbe amore.

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