sabato 9 giugno 2012

Terremoto

                             Terremoto
 Nato mentre la terra tremava
"Mi si sono rotte le acque per lo spavento: ho aspettato l'ambulanza per ore, ho temuto il peggio, ma è finita bene", dice la mamma del piccolo Filippo Bellodi, che ha visto la luce a Modena.

                                                                                                                                            Modena, Giugno
"Filippo, il mio bambino appena nato, è venuto al mondo proprio la mattina del terremoto dell'Emilia. Nel momento in cui la terra ha tremato, mi si sono rotte la acque per lo spavento. E io sono rimasta per tre ore in un parcheggio, in preda alle doglie del parto, ad aspettare l'ambulanza che mi doveva portare all'ospedale. Lo confesso: ho avuto tanta paura. Ho anche pensato:"Il mio bambino morirà prime di nascere!" Ma, per fortuna, è andato tutto bene. Ora, io e mio marito siamo "sfollati" e non sappiamo quando quando torneremo a casa. Però, quando teniamo in braccio Filippo, dimentichiamo ogni preoccupazione".
A parlarmi è Federica Ferrari, trentun'anni, commessa in un supermercato, che, sotto lo sguardo innamorato di suo marito Denni Bellodi, operaio di trentatré anni, e quello vispo e curioso del loro primogenito Michael, di tre anni e mezzo, tiene in braccio il secondogenito Filippo, il neonato che nel Modenese molti chiamano già "il figlio del terremoto".
Il soprannome nasce dal fatto che il piccolo Filippo Bellodi, per fare il suo ingresso in questo mondo, non ha "scelto"un momento qualsiasi: è nato la mattina del 20 maggio scorso, durante la prima delle terribili scosse sismiche che hanno devastato l'Emilia, spargendo morte e distruzione e costringendo quattordicimila persone a vivere da "sfollate", lontano dalle proprie case. "Sfollata" è anche la famiglia di Filippo, residente a Massa Finalese, una frazione di Finale Emilia, la cittadina del Modenese che è diventata uno dei simboli del dramma. In attesa di sapere se la loro casa è ancora "agibile", cioè se possono abitarci senza temere il rischio che crolli, i Bellodi mi incontrano nell'atrio dell'Hotel Donatello di Modena, l'albergo in cui la Protezione Civile ha trovato loro un alloggio provvisorio. Lì Filippo è subito diventato la mascotte degli altri sfollati. Non solo per la tenerezza che suscita, piccolo com'è; ma anche perché, fra le molte notizie tragiche arrivate con il terremoto, la sua nascita è l'unica notizia bella. Sembra una fiaba, in cui, dopo un lungo spavento, arriva il lieto fine: una fiaba che, per l'Emilia ferita, è anche una speranza di rinascita. E mamma Federica, in questa intervista, racconta la fiaba del suo bambino.

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